Una recente inchiesta giornalistica sul fenomeno del cibo a domicilio (Food Delivery) apre con il primo ordine ricevuto da un rider la sera di Natale: un hamburger e una razione di patate fritte. Sono rimasto lì senza leggere oltre mentre nella mente mi scorrevano immagini confuse di appartamenti in disordine, vestiti sulle sedie e biancheria sporca dimenticata in un angolo… oppure stanze piene di dispositivi elettronici usati compulsivamente senza occuparsi d’altro. Stavo cercando di vedere quello che le inchieste e la statistica faticano ancora a documentare…
Chi sono i clienti abituali dei rider?
Che vita conducono coloro che formano la massa importante degli utilizzatori del cibo a domicilio? In mancanza di dati la mia mente viaggia solitaria immaginando uomini soli abbastanza giovani, troppo impegnati o troppo sfaccendati per mettere mano al tegami. Una parte di loro ha probabilmente nell’armadio un paio di abiti giacca e pantaloni da portare con camicia e cravatta regimental, altri invece hanno solo un paio di jeans e un maglione liso. Cerco di vedere anche famiglie con bambini che si fanno portare il sushi o il raffinato piatto indiano, ma non ce la faccio. Vedo tante persone diverse ma pressoché tutte decisamente sole. Intravedo qualche eccezione: una coppia di nuova e bruciante passione che non vuole lasciare le lenzuola, più che la casa, oppure qualche convegno amoroso clandestino in spazi poco attrezzati per la cucina. A parte queste eccezioni ho la precisa sensazione che il cibo a domicilio sia…
Un fenomeno utilizzato dai single
Cerco di vedere come consumeranno il cibo appena ricevuto e li immagino più facilmente su un divano o su una scrivania, e nel campo visivo oltre ai vassoietti delle portate un tablet o uno schermo di computer. Qualcuno più all’antica ha un televisore con troppi pollici. Mangiano distratti con lo sguardo altrove mentre il loro sistema nervoso registra un fugace moto di curiosità quando il piatto ordinato ha qualche cosa di esotico o nuovo, mentre in altri casi è solo una reazione molle e chimica del sistema nervoso autonomo di fronte al seducente gusto di zuccheri e grassi mescolati insieme.
I motivi per cui tante persone si servono spesso di cibo a domicilio possono essere i più svariati e non ho abbastanza immaginazione da pensarli tutti. Guardando però il fenomeno dall’alto, senza poter vedere i particolari e i dettagli di ciascuno, quella che mi giunge è…
L’immagine di una solitudine devastante
La solitudine di tanti che vivono come api operaie al servizio di un qualche stimolo che ancora muove il loro sistema nervoso, mentre altre api operaie nel mondo là fuori pedalano per portare loro qualcosa da mangiare.
Solo uno dei tanti segnali della imminente fine della specie umana così come l’abbiamo conosciuta finora. Dietro le app di Food Delivery stanno sistemi nervosi connessi alla rete 24 ore al giorno, apparati digerenti, polpastrelli per digitare sullo schermo touch, e talvolta, ma solo talvolta, organi sessuali per lo più solitari, mentre altri organi, su corpi nudi, baluginano sullo schermo al centro del campo visivo.